UPWARD – MOSTRA DI ARCHITETTURA
Roma, 2016
Localizzazione
Roma
Stato
Realizzato
Anno
2016
Team di Progettazione
Sergio Bianchi con Valeria Menculini, Simone Fracasso, Roberto Ruggeri, Valeria Chiozzi, Simone Russo, Michal Marciniak
La mostra sintetizza l’attività di ricerca dello studio di Sergio Bianchi, con particolare riferimento al tema dell’abitare il pianeta.
La società occidentale, nel processo di realizzazione del proprio habitat procede per negazione del “naturale”. La prassi è la cementificazione…eliminare la natura “selvaggia”, sovrapponendo al suolo un rassicurante ambiente pavimentato, liscio, levigato, dove lo spazio per le altre speci, animali o vegetali che siano è lasciato ai “giardini”.
Tornano alla mente le parole di Black Elk, il saggio Lakota Per la loro cultura non esisteva la dicotomia naturale, artificiale, non esisteva la natura selvaggia. La terra, nel grande mistero della vita, offriva meravigliose opportunità.
Credo che dovremmo sforzarci di recuperare quell’ottimismo, di recuperare quel senso di appartenenza al ciclo della vita rinunciando alla nostra stanca visione antropocentrica.
Come fare? Come trovare un posto per l’uomo lasciando spazio alle altre specie?
La risposta, forse ingenua e parziale, è verso l’alto. Guadagnare il cielo, oltre a spostare e arricchire la relazione uomo/natura, offre la possibilità immensa di restituire parte del suolo agli “altri” che condividono il pianeta con la nostra specie. Edward Wilson, l’entomologo vincitore del premio Pulitzer, nel suo recente Half Earth, propone di riservare al “naturale” la metà della superficie del pianeta. Ma anche noi specie umana siamo parte del “naturale”, per cui la nostra ricerca si muove verso l’integrare il nostro habitat a quel 50%della superficie del pianeta.
Ancora una volta vengono in aiuto le parole di un nativo americano, Chief Seattle,
“Humankind has not woven the web of life. We are but one thread within it. Whatever we do to the web, we do to ourselves. All things are bound together. All things connect.”
Chiudo con un pensiero di Luigi Pellegrin, che più di tutto innerva e sintetizza questa ricerca:” La terra è una radice immensa che può permettere l’esplosione nello spazio di una organizzazione sociale che a terra ormai è pigra, ed è un rapporto diverso , una variazione in aumento di ingombro nello spazio e un aumento di libertà nella superficie terrestre”.
Catalogo
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