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HABITAT ORBITANTE SU MARTE

Marte, 2018

HABITAT ORBITANTE SU MARTE

Localizzazione

Marte, Sistema Solare

Ente Banditore

Eleven Magazine

Esito

Proposta – Concorso Internazionale di Progettazione

Anno

2018

Team di Progettazione

Sergio Bianchi con Simone Fracasso , Alejandro Jorge Velazco Ramirez

Robert Silverberg in un romanzo intitolato “Sundance” nel 1973 ci avvertì del rischio di perpetuare un nuovo genocidio in futuro. L’esplorazione implica rischi, ma su scala planetaria i rischi dovrebbero essere valutati su un livello estremamente alto.

Siamo sicuri che la vita esiste solo nella forma organica che conosciamo? Tu, essere umano, non pensi che il tuo sbarco su un pianeta possa danneggiare forme di vita diverse e sconosciute? I rischi sono troppo alti. Facciamo parte di questo universo, ma ne sappiamo troppo poco per azzardarci a mettere piede su un pianeta “vergine” e rovinarlo. L’abbiamo già fatto sulla nostra madre terra.

Allo stesso tempo, l’esplorazione dello spazio è essenziale per la vita sulla Terra ed è probabilmente giusto per la nostra specie proteggere la vita così come la conosciamo attraverso un processo di espansione della conoscenza. Il nostro obiettivo sarà quindi l’esplorazione di Marte, non la sua colonizzazione. Come approcciamo l’idea di un habitat su Marte? Certo non come una duplicazione dell’ambiente sulla Terra.

Non ci sarà alcun processo di terraformazione.

Il riferimento principale della nostra proposta progettuale è il classico stereotipo del marziano; un modello inventato più di un secolo fa da H.G.Wells. Quei lucenti dischi volanti con i loro tentacoli biologici appesi si insinuavano nel nostro subconscio più profondo. Le due navicelle spaziali gemelle (chiamate Gemini Argo Naves), che fungono da copertura l’una per l’altro così da aumentare la sicurezza della missione, sono una coppia di dischi volanti che orbitano a circa 300 km sopra la superficie marziana. Quattro unità esplorative si staccano dalle navi madri per trasportare sulla superficie degli astronauti sul pianeta rosso. Da questa posizione così chiusa e sicura, qualsiasi missione a distanza può essere effettuata senza i 24 minuti di ritardo soliti delle missioni controllate dalla Terra. Ogni veicolo spaziale è abitato da 26 persone per un totale di 52 membri, come nel mito degli Argonauti.

La proposta è una combinazione di una struttura fantascientifica e di un habitat biologico. La struttura principale in acciaio è piuttosto rigida e simmetrica (la forma del disco è tale da massimizzare la stabilità lungo l’asse longitudinale), mentre l’interno è composto da una membrana gonfiabile colonizzata da cianobatteri il cui duplice scopo è produrre ossigeno e agire da scudo contro le radiazioni spaziali.

Relazione tecnica